Green Pass: occorrono soluzioni pratiche. Aziende agricole in slalom tra sicurezza e proseguimento attività
Occorre risolvere velocemente i problemi pratici per evitare che le misure per arginare il Covid impattino con la mancanza di manodopera nelle campagne e con diverse operazioni come, ad esempio, il carico e scarico delle merci.
È iniziata la stagione di raccolta della frutta, degli ortaggi autunnali e delle olive, e si sta ultimando la vendemmia, mentre fra pochi giorni partirà anche la campagna agrumicola e anche le normali attività aziendali rischiano di essere rallentate. Manca ancora l’emanazione del D.P.C.M. per la determinazione delle quote annuali di cittadini stranieri da ammettere in Italia per motivi di lavoro nel 2021, né sono stati ulteriormente prorogati per legge (come invece avvenuto con la normativa emergenziale fino allo scorso 31 luglio) i nulla osta al lavoro stagionale e i permessi di soggiorno dei cittadini stranieri già presenti in Italia. Si sta aggravando ulteriormente l’endemica situazione di carenza di manodopera. Circa un terzo dei lavoratori in agricoltura (390.000 secondo INPS) sono stranieri, il 60% dei quali di provenienza extracomunitaria. Molti non sono vaccinati o hanno ricevuto vaccini ancora non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee (sputnik, sinovac, etc.). Un numero consistente è ancora in fase di regolarizzazione (ai sensi del D.L. 34/2020) e per ragioni legate all’incertezza del loro status sono restii ad effettuare la vaccinazione o hanno difficoltà, qualora vaccinati, a reperire la certificazione verde per ragioni di carattere burocratico. Confagricoltura da sempre sostiene l’obbligo di certificazione verde per prevenire la diffusione del virus tra i lavoratori e la necessità di incentivare la vaccinazione della popolazione, ma alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo, crescono le preoccupazioni per le ricadute organizzative del provvedimento nelle campagne. Confagricoltura chiede un’accelerazione delle procedure europee per il riconoscimento degli altri vaccini. L’ingresso sui campi, soprattutto nelle grandi aziende con un elevato numero di lavoratori, non avviene attraverso un’unica via di accesso organizzata con tornelli. Le operazioni di raccolta si svolgono all’aperto e, perfino nel pieno della pandemia, dai dati diffusi dall’INAIL risulta un numero di contagi molto contenuto. Servono – conclude Confagricoltura – specifiche misure pratiche e urgenti quantomeno per gli operai agricoli impiegati in lavorazioni all’aperto. |