Credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo esteso al settore agricolo
La Legge di Bilancio 2021 è intervenuta sul credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative già previsto per l’anno scorso. La novità principale, oltre alla proroga per altri due anni (fino al 31 dicembre 2022), consiste nell’ampliamento dell’ambito dei possibili beneficiari, comprendendovi ora anche coloro che sono titolari di redditi fondiari, come le aziende agricole, prima escluse.
Inoltre, la modifica potrebbe essere intesa con valore retroattivo per il 2020, ma su questo punto occorrerebbe un parere ufficiale dell’Amministrazione finanziaria.
Riepiloghiamo le nuove percentuali del credito d’imposta ed i nuovi limiti annuali delle spese ammesse:
– spese di ricerca e sviluppo: la percentuale del credito viene elevata al 20% ed il limite massimo annuo di spesa ammissibile passa a 4 milioni di euro;
– spese per le attività di innovazione tecnologica: la percentuale di credito viene incrementata al 10% su una spesa massima annua consentita pari a 2 milioni di euro;
– spese per le attività di innovazione tecnologica, finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0: il credito d’imposta è ora riconosciuto in misura pari al 15% con un massimale di 2 milioni euro.
Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione, in 3 quote annuali, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.
È necessaria un’apposita certificazione relativa all’effettivo sostenimento delle spese ammissibili e la corrispondenza delle stesse alla documentazione contabile predisposta dall’impresa, rilasciata da un professionista iscritto nell’elenco dei revisori legali dei conti o da una società di revisione.